Il trend, chiamato Re-Hiring - che vede sempre più aziende che assumono gli over 50 - ha preso piede negli Stati Uniti. Ma il mondo HR resta alla finestra: i "longennials" saranno la nuova carta vincente?
"Potrebbe essere un’iniezione di fiducia per le nuove generazioni e una sferzata di gratificazione e senso di utilità per coloro che hanno dato molto al mondo del lavoro", dice Eleonora Ferri, Equity Partner & Founder di W Executive
"La soluzione ideale potrebbe essere proprio quella di valorizzare il know how degli over 50, purchè vi sia necessariamente una trasmissione di competenze di questi professionisti a una figura junior", continua Ferri.
"In molte azienda italiane, infatti, i piani di successione hanno spesso esito negativo poiché i dipendenti, ai quali mancano pochi anni alla pensione, non pongono il minimo interesse a una condivisione di conoscenze e di training verso i neo assunti.
Talvolta ciò avviene per mancata attitudine relazionale e comunicativa, ma spesso purtroppo per individualismo e per mantenere implicitamente la propria essenzialità per l’azienda (spesso gli stessi restano come consulenti nel medesimo ruolo post pensionamento).
In entrambi i casi attività formative e coaching mirati aiutano ad affrontare questo cambio di prospettiva, mostrando la soddisfazione nel vedere la continuità di una vita di fatica e sacrificio portata avanti dal proprio successore, dopo qualche anno di affiancamento, attraverso il proprio imprinting.
Un suggerimento utile potrebbe essere quello di sgravare le azienda dal doppio costo previdenziale di due lavoratori (old e young) se assunti insieme, con un progetto puntale di Succession Plan", conclude Ferri.
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