Questo binomio “maschio” - “femmina” è sempre stato un forte elemento catalogante, ma che oggi apre un dibattito acceso su una classificazione che non può più essere intesa come “bianco” o “nero”, ma che al suo interno ha tante sfumature di colore.
Non è un caso che il simbolo della comunità LGBTQIA+(acronimo che sta per“Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, Queer o Questioning,Intersex, Asexuale, “+" è aggiunto per rappresentare tutte le altre identità di genere e orientamenti sessuali che non sono inclusi esplicitamente nell'acronimo”) sia proprio un arcobaleno, un ventaglio di colori.
Se in passato le aziende dovevano fare i conti con il creare il giusto match tra opportunità notoriamente idonee a un uomo, e altre più in linea con una donna, sicuramente oggi hanno da lavorare tantissimo sui propri paradigmi mentali: nuova consapevolezza sociale, legata alle tematiche di orientamento sessuale e identità sessuale, ha un impatto significativo anche sulla sfera lavorativa ed è importante che sia un argomento su cui porre l’attenzione, riflettendo sulle politiche di inclusione che a oggi le aziende devono necessariamente mettere in atto.
Sam Killerman è un attivista, autore, educatore e artista statunitense, fondatore di "It's Pronounced Metrosexual",un sito web che offre risorse educative su identità di genere, orientamento sessuale e altre questioni legate alla diversità e all'inclusione, e ha un grande merito: aver dato un supporto notevole sulla spiegazione dell’iconografia oggi conosciuta come “GenderBreadPerson”. La raffigurazione di questo “omino Pan di Zenzero”, simpatica e semplice, descrive quattro differenti concetti che caratterizzano tutti noi come esseri umani:
Quanto al legame fra crossdressing e tendenze omosessuali, non è affatto detto che un uomo in gonna e tacchi sia gay o trans, così come non è affatto detto (e non succede quasi mai) che una donna in pantaloni e mocassini sia lesbica.”
Pensiamoci: è capitato a tutti di conoscere una persona e non esser sicuri se etichettarla come “lui” o “lei”.
Ancora oggi molte persone infatti confondono i concetti sopra descritti, e questa mancanza di consapevolezza crea spesso confusione, sia nell’insicurezza di approcciarci inclusivamente a un mondo che non conosciamo, sia nell’incapacità a utilizzare un linguaggio inclusivo.
Oggi si sta diffondendo diffuso l’utilizzo del carattere Ә, lo schwa, un grafema che assomiglia a una A ed O, è stato recentemente proposto anche in italiano dalla linguista Vera Gheno per raggiungere l’obiettivo che si stanno ponendo linguisti di ogni parte del mondo: rendere il linguaggio inclusivo quando facciamo riferimento alle persone, di qualsiasi genere e orientamento sessuale. L’utilizzo è molto dibattuto, in quanto i linguisti ritengono che non sia applicabile in italiano dal punto di vista scientifico.
Ma può bastare, per le aziende, utilizzare il carattere Ә per palesarsi come aziende realmente inclusive? È un tema sicuramente complesso, quello dell’inclusione sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale, perché sono sicuramente concetti nuovi rispetto al modo in cui siamo stati abituati a vedere le cose, ma anche perché si tratta di concetti dinamici e non statistici, che hanno una loro evoluzione nel tempo, come tutti i cambiamenti sociali che si rispecchino.
Riflettere su questa inclusione è però fondamentale per i contesti aziendali, sia perché devono essere preparati a saper gestire la diversità anche su questo fronte, sia perché devono rimanere competitivi sul mercato del lavoro e restare attrattive soprattutto per le generazioni dei più giovani, nati in un contesto sociale in cui il mondo non è più catalogato sul semplice binomio maschio-femmina.
Al 2019, il 5,1% delle imprese con almeno 50 dipendenti (pari a oltre mille imprese) ha adottato almeno una misura volta a favorire l’inclusione dei lavoratori LGBTQ+:eventi formativi rivolti al top management e ai lavoratori sui temi legati alle diversità LGBTQ+; iniziative di promozione della cultura d’inclusione e valorizzazione delle diversità LGBTQ+; misure ad hoc per i lavoratori transgender; permessi, benefit e altre misure specifiche per i lavoratori LGBT+.
Benché l’omino del Pan diZenzero sia sicuramente un simpatico simbolo per spiegare in maniera semplice questi concetti, si vince con l’inclusione in un modo solo: con un atteggiamento di reale apertura e una comunicazione dedita all’ascolto delle esigenze della persona, che ci permettono di cogliere l’unicità di ognuno di noi.