Il rientro dei talenti al Sud Italia: uno degli asset di W Executive

Il Centro-Sud Italia è stato sempre stata una zona non battuta dal settore Executive Search, poi è arrivato Giuseppe Guerra che ha intessuto relazioni, intercettato e riportato al Sud professionisti. Ecco due casi emblematici e di successo.

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Il rientro dei talenti al Sud Italia: uno degli asset di W Executive

Marche, Abruzzo, Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria: sono tutte regioni che hanno diverse realtà lavorative di eccellenza, ma che non hanno mai sperimentato una reale vicinanza di società di head hunting, dato il pregresso di molte aziende competitor che si sono sempre fermate a Roma.

C’è però un uomo che ha sempre creduto che il Sud andasse egualmente considerato nel nostro settore: è Giuseppe Guerra, nostro Senior Equity & Founder Partner, attivo da oltre 20 anni nel mondo dell’Executive Search. Si parla tanto (e da tanto) di fuga dei cervelli, ma Giuseppe va in direzione contraria, con una mission chiara e dritta: riportare i talenti al Sud e farli prosperare sul territorio.

“Quando ho iniziato a lavorare al Sud, vuoi per fortuna, vuoi per sfortuna, venivo dalla filiale delle interinali del territorio. Non ho avuto una scuola di formazione sui profili più alti, ma mi sono formato sul campo, imparando su tutta la linea su cosa volesse dire fare Executive Search”, racconta Giuseppe, che però aveva una cosa: velocità e network.  Aveva compreso che doveva sì farsi le ossa, ma serviva lavorare in primis su un altro segmento. “La maggior parte delle società chiamavano dei player nei capoluoghi dove fisicamente ci sono le aziende, Milano e Roma. E ho pensato: ok, vengono da Milano, ma io sto sul posto… ho un vantaggio notevole”. E così Guerra prova a introdursi nella dinamica: “Mi chiedevo come potevo dire alle aziende del territorio che io facevo quel lavoro, e allora ho iniziato a lavorare sui cervelli del Sud formatisi fuori e che volevano tornare nei luoghi di origine, mettendo a frutto queste esperienze a fianco degli imprenditori del posto”.

Con questa idea come stella polare, Giuseppe ha allargato man mano il suo network seguendo due principi.

Il primo, quello di attrarre le persone che avevano necessità di “tornare”. Persone con un percorso di vita di un certo tipo, che con l’arrivo della pandemia e dello smartworking, dopo magari tre lustri fuori dai luoghi di origine, avevano la necessità di tornare dai propri cari. Oppure persone schiacciate da una riorganizzazione, pronte a cogliere una transizione di carriera, ma anche desiderose di avere una qualità della vita migliore e di un nuovo equilibrio familiare, magari di vivere al mare, in città a più basso costo, il tutto pur sapendo che sarebbe stata una scelta che avrebbe fermato il percorso di carriera internazionale.

“Ma questo è un target di persone molto consapevoli, e conoscere a fondo il territorio ci consente di ridurre al minimo l’integrazione di un candidato molto formato in un’azienda locale”, prosegue Guerra. “Il contesto va spiegato bene al candidato, senza creare aspettative. Conoscere il territorio di una terra in via di sviluppo permette di spiegare pro e contro, dove loro possono portare un vantaggio vero, soprattutto se sentono questa vocazione”.

Il vantaggio competitivo di Guerra rispetto ai competitor con uffici a Milano o a Roma, è che questi ultimi non conoscono così profondamente il contesto territoriale e le aziende del posto, il che porta spesso a commettere errori di valutazione. Guerra, in questo senso, è stato un pioniere: “Ho assunto persone del Sud, ho aperto uffici a Palermo e Bari per penetrare territori dove non c’era nulla del mio lavoro. Sono così riuscito ad attrarre candidati, ho allargato il network in queste regioni lavorando su candidati di alto profilo espatriati dal Piemonte alla Germania, candidati che diventano parte del tuo patrimonio”, spiega.

Il mercato post-pandemico

Gli investimenti del PNRR nel Sud Italia hanno fatto sì che molte realtà di caratura internazionale si stiano sempre più insediando al Sud, con uno sviluppo nei settori delle startup innovative. Queste realtà richiamano in “patria” persone dal Nord che decidono di lavorare al Sud per diverse ragioni, che vogliono vivere un’esperienza sfidante e non solo come esperienza di transito.

Marco Scippa incarna perfettamente un percorso di questo tipo. Una carriera tra Alitalia e Indesit a livelli internazionali, è entrato in Elica e l’ha reso il best place to work. Originario di Foggia, Scippa ha sempre lavorato nel Nord Italia e in Europa, fino in Russia; la sua famiglia è a Fabriano dove è cresciuto con Indesit, fino ad approdare al gruppo Angel con sede a Monopoli, dove ricopre il ruolo di Group HR Director.

“Io conoscevo bene la realtà del gruppo Angel, che oggi ha più di 1300 dipendenti e ha sede a Monopoli, in Puglia. Con Marco abbiamo costruito una grandissima parte dell’azienda, compresa la cruciale funzione Human Resources, che oggi è una delle più evolute funzioni HR  presente tra aziende pugliesi, ha infatti ottenuto numerosi riconoscimenti per i progetti e le attività svolte in quell’ambito”, spiega Guerra.

Lo stesso Scippa racconta il suo percorso di successo. “In Angel ho visto una doppia opportunità: quella di strutturarsi per la quotazione in borsa, di vedere imprenditori diventare manager e di creare una classe manageriale per farla progredire”, spiega Scippa.

Continua Guerra: “Scippa ha visto quanto era importante investire sul capitale umano: in Angel l’85% delle persone sono ingegneri, programmano e vendono soluzioni per diagnostica, cyber security, per lo spazio, per i satelliti. Le persone sono centrali: quando è arrivato l’azienda aveva una parte di personale consolidata molto buona ma con una gestione più semplice di hiring and firing. Oggi vivono invece una crescita esponenziale”, continua.

“Quello che ho fatto è stato impostare una direzione HR come se dovessi lavorare in una multinazionale a Milano: ha quindi reimpostato compensation e rewarding, che sono esplicative dell’operazione con Guerra: in Puglia se cerco una persona per lo sviluppo organizzativo, non la trovo. Perché spesso qui ci sono sedi di aziende più grandi che hanno sede altrove, e tutta la policy e la progettualità è fatta altrove. E quindi non si trovavano persone con professionalità così verticali”, prosegue Scippa.

Scippa ha quindi pensato come essere attrattivo. Benché Monopoli sia un territorio dal punto di vista turistico molto ambito, è posizionato comunque in una parte periferica dell’Italia.

“E qui è entrato di nuovo in gioco Guerra. Di lui mi aveva colpito la capacità di studiare il territorio dal punto di vista degli imprenditori; lui avendo per anni avuto colloqui con tutti gli imprenditori in zona, capiva i bisogni, i salti generazionali, le nuove figure ricercate. Così aveva in mano la “mappa” della vita professionale di queste persone, di chi dal Sud era andato al Nord. Tre quarti della mia struttura la devo a Guerra, che le ha intercettate perché aveva capito che volevano rientrare. Questi pugliesi di ritorno non li avrei mai trovati senza il suo network”, conclude Scippa.

“La geografia conta poco se i livelli sono molto alti: lo stesso vale nel turismo, in una realtà come Borgo Egnazia, che ha un pool di risorse internazionale di alto profilo”, prosegue Guerra.

Il caso di Borgo Egnazia

Un altro caso emblematico è quello di Borgo Egnazia, struttura ricettiva di altissimo livello a Fasano in Puglia, una realtà lavorativa d’eccellenza nel Sud Italia. Molte società con il PNRR sono infatti tornate a investire sull’Italia, soprattutto da quando sono andate via le industrie manifatturiere; si investe di più sul turismo e sempre più realtà turistiche di altissimo valore attirano manager che si sono formati altrove.

“Negli ultimi anni Borgo Egnazia ha portato avanti un importante percorso di innovazione nella gestione delle risorse umane, e si è affermata come realtà lavorativa d’eccellenza in Puglia e come una tra le prime aziende del settore turistico a essere certificata Top Employer. Questo è ancor più vero perché il mondo del lavoro nel settore dell’ospitalità ha vissuto e sta vivendo un periodo di profonda trasformazione”, spiega Guerra, a cui fa eco Eliseo Giannoccaro, pugliese di origine con diverse esperienze anche al Nord Italia e oggi Head of Talent Acquisition a Borgo Egnazia. “In questo contesto, noi abbiamo cercato di cogliere prima degli altri le istanze del cambiamento e oggi ci impegniamo per garantire ai  nostri collaboratori un clima di lavoro sereno e felice. Investiamo in welfare e wellbeing, puntiamo molto su engagement e retention: per noi il capitale umano rappresenta il vero asset strategico aziendale”, prosegue Giannoccaro.

“Borgo Egnazia rappresenta una destinazione unica in cui è possibile vivere un’esperienza di rigenerazione per sé stessi e per il territorio in cui ci si trova. Il nostro obiettivo è arricchire la vita dei nostri collaboratori, oltre che degli ospiti, valorizzando il territorio. Siamo profondamente legati alla tradizione locale ma guardiamo sempre al futuro, per noi è fondamentale che i collaboratori siano mossi da una sincera passione e guidati da un desiderio costante di innovazione, avvertendo la responsabilità di quello che facciamo”, prosegue Giannoccaro.

“Questo è il caso di una realtà di primo piano che sta crescendo velocemente, con al vaglio importanti progetti di caratura nazionale e internazionale. È sicuramente un ambiente dinamico e stimolante, con una comunità internazionale di professionisti di alto standing. Tra questi, molti sono tornati a vivere la propria terra senza per questo dover ridimensionare le proprie ambizioni. Ed è tutta qui la sfida del mio lavoro: far sì che possano rientrare, ma anche scegliere di venire al Sud indipendentemente dalle origini”, conclude Guerra.